Piccoli Maestri
Ciò che un Piccolo Maestro non è, funziona. Ciò…
Cari Amici della Rossa e della buona letteratura gialla,
tanto silenzio e bocche aperte dallo stupore all’IISS Pertini di Genzano durante e dopo la mia lettura di alcuni racconti di Edgar Allan Poe. Sembrerebbe quindi che non ci sia nulla da aggiungere, visto che l’incontro è andato a meraviglia, ma non è così.
Mentre ero alla guida sulla via del ritorno, ho riflettuto sui motivi per i quali i Piccoli Maestri hanno sempre successo con i ragazzi. E’ evidente che nulla potrebbero da soli spillette e segnalibri (peraltro andati a ruba!) e ho concluso che i motivi vanno ricercati nel format del nostro impegno.
Non vogliamo sostituirci agli insegnanti; non pretendiamo di fare amicizia con i ragazzi; non imponiamo la lettura completa del testo del quale andiamo a leggere stralci; non raccontiamo le nostre storie ma quelle di altri; non siamo degli sfigati solo perché amiamo i libri e li leggiamo; non siamo costretti a dedicare loro del tempo ma lo facciamo ugualmente.
E’ proprio ciò che non pretendiamo di essere che ci rende credibili agli occhi dei ragazzi. L’entusiasmo e la passione che mettiamo in ciò che facciamo, poi, si percepiscono, sono contagiosi e fanno la differenza.
Quando approccio una scolaresca leggo sempre in molti occhi lo stesso sarcastico interrogativo: “Ma questa che vuole da me?”. Nulla, appunto. E man mano che parlo o che leggo, tutti quei “non” del preambolo risuonano forti e cupi nelle loro testoline, come i tocchi di un campanile: “Non…non…non…”
A volte l’attesa è più lunga, altre volte il miracolo si compie in fretta, ma finora ho avuto la gioia di riuscire sempre a guadagnare la loro fiducia e, di conseguenza, la loro attenzione.
Dalla mia parte, in questo caso, ho avuto la potenza evocativa dei racconti di Edgar Allan Poe, ma anche quando li ho tentati con un esercizio di scrittura creativa, guidandoli nella creazione di un racconto utilizzando gli stessi elementi de Il gatto nero, la loro attenzione si è mantenuta viva e costruttiva, generando un contagioso e turbolento entusiasmo.
“Torna, eh?, perché mi sono proprio divertito!”
Così sono stata simpaticamente congedata da un ragazzo della seconda fila, panino e succo di frutta in mano, pronto per l’intervallo.
Certo, gli ho assicurato: tornerò io, se vorrete, o un altro Piccolo Maestro che vi potrà raccontare altre bellissime storie. Vista la partecipazione dimostrata, ho anche osato chiedere se avrebbero voluto leggere altri racconti di Poe.
“Hai voglia!” hanno risposto in tre, quasi all’unisono.
E l’ultima bocca spalancata è stata quella della loro professoressa che non credeva alle proprie orecchie!
Arrivederci nel 2014 con altre avventure scolastico-letterarie dalla Rossa!